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Il 24 Agosto 2013, Leo Romano, in rappresentanza del Comandante dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia Prof. Pierpaolo Silvestri, ha consegnato la bandiera di guerra al Reparto A.N.A.I. di Nettunia.

Il locale Comandante Bruno Sacchi, nel ricevere il prestigioso vessillo, ha espresso al delegato milanese il vivo ringraziamento da parte di tutti i camerati di Anzio e Nettuno. «Nei prossimi giorni – ha comunicato Sacchi – rilanceremo la nostra attività su tutto il territorio. L’A.N.A.I. si pone come obiettivo quello di difendere i valori nazionali e l’identità nazionale della nostra Patria travolti, vilipesi e venduti da una classe dirigente corrotta e corruttrice. Tra i nostri primi atti vi sarà quello del recupero del Campo della Memoria – Sacrario dei Caduti della RSI che, per questioni burocratiche tipicamente “democratiche”, vive in un grave stato di abbandono ed incuria. Noi, che già ci siamo elevati a sentinelle del Capo della Memoria, non possiamo più tollerare un’offesa gratuita nei confronti di chi si è battuto per l’onore e la libertà della Nazione. Affiancheremo, inoltre, il Comitato Nettunese Pro 150° Anniversario Nascita d’Annunzio perché sia finalmente restaurata la lapide con epitaffio autografo del Vate presente presso il cimitero di Nettuno e perché, come ha proposto recentemente il Dott. Pietro Cappellari, nella nostra città sia ripristinata Via Gabriele d’Annunzio che una colpevole gestione toponomastica ha cancellato senza neanche rispettare le delibere del 1941 ancora in vigore. Sempre presso il cimitero di Nettuno, in collaborazione con il Prof. Alberto Sulpizi e il camerata Alfredo Restante, recupereremo la tomba di Filippo Mancini, primo Sindaco fascista del nostro paese, che versa in stato di abbandono. Infine, stiamo programmando una serie di manifestazioni per il 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia, affinché sia ricordato il valore del soldato italiano che su queste terre seppe combattere con valore il nemico della Nazione italiana e perché non siano dimenticate le vittime degli Angloamericani, quei civili che vennero uccisi dalla violenza di chi ancor oggi, con supponenza e arroganza, si appella come “liberatore” per mascherare la propria bramosia di potere sulla pelle delle Nazioni “non allineate” al suo sistema imperialistico».

 

Primo Arcovazzi

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