Category: Scritti su Biggini

Un articolo di Dino Messina del 26 Maggio 2011 ripercorre il percorso del carteggio Mussolini – Churchill, giungendo fino alle stanze del Vaticano.

Dall’articolo di Messina, si comprende come la figura di Carlo Alberto Biggini sia assolutamente centrale nelle vicissitudini che riguardano il carteggio.

Ecco infatti un ampio stralcio dell’articolo nel quale si parla del Ministro: “Tra i primi e convinti sostenitori di una pista vaticana della documentazione di Dongo, assieme a Renzo De Felice, c’è lo storico dell’università La Sapienza di Roma, Paolo Simoncelli, il quale collega le ipotesi di padre Sale al ruolo svolto dal ministro all’Educazione nazionale della Repubblica sociale italiana, Carlo Alberto Biggini. «Mussolini – spiega Simoncelli – donò molti documenti sui rapporti con la Santa Sede a Biggini che li utilizzò per un saggio. Lo stesso Biggini potrebbe avere avuto in custodia da Mussolini copia o l’originale del suo carteggio con Churchill, che a quanto mi risulta nel marzo 1945 venne fotografato in triplice copia».

A questo punto, secondo Simoncelli, si possono fare due ipotesi, legate alla malattia, un tumore, e alla precoce morte del ministro per l’Educazione. «La prima – dice Simoncelli – è che Biggini, ricoverato in una clinica privata a Milano anche grazie all’intercessione di padre Agostino Gemelli possa aver dato a questi tutto il materiale che naturalmente sarebbe stato poi consegnato in Vaticano tramite Schuster. La seconda ipotesi, già avanzata da De Felice, è che Biggini abbia affidato i documenti in suo possesso, prima della partenza per Milano, ai frati del santuario di Sant’Antonio a Padova, i quali li avrebbero dati al conte Vittorio Cini che a sua volta li avrebbe portati in Vaticano”

Leggi l’articolo completo

In un articolo apparso sul Corriere della Sera il 6 Settembre 1995, il grande Indro Montanelli nel suo giudizio sul libro intervista di De Felice, affronta l’argomento del carteggio Mussolini-Churchill, citando anche il Ministro Biggini.

Articolo apparso su “Il Rofrmista” del 12/08/2010 a firma di Roberto Festorazzi, riguardante il carteggio privato tra Churchill e Mussolini che potrebbe essere conservato presso gli archivi segreti della Santa Sede. Scarica l’articolo completo

Tesi di Laurea su Carlo Alberto Biggini, presentata da Samanta Pistoni all’Università di Parma. Clicca qui per scaricare il documento

Vedi la foto

L’Archivio Storico Giuridico di Sassari, nasce nel 1973 per iniziativa di un gruppo di docenti dell’Ateno della città sarda. Lo scopo dell’associazione è quello di promuovere gli studi storici, sia in generale sia con particolare riguardo a quelli di interesse sardo.
L’attività dell’Associazione è stata ampiamente riconosciuta dal Senato Accademico dell’Università di Sassari nella seduta del 28 luglio 1975 e dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 18 aprile 1980.
In questi anni l’attività dell’Archivio si è concretizzata nella pubblicazione di sedici numeri della rivista e di nove volumi inseriti nella Collana di studi monografici, per quanto riguarda la 1a serie (1975 – 1992), nonché otto numeri della rivista e sette volumi della Collana di studi monografici, inaugurata con il volume di “Studi in memoria di Ginevra Zanetti e curato dal prof. Giampiero Todini presidente dell’Associazione, per quanto riguarda la nuova serie (1994 – 2004) che, con la nuova intitolazione “Archivio Storico e Giuridico Sardo di Sassari”, ha inteso dare un maggior ambito e un campo di indagine più vasto alla rivista.
In particolar modo, segnaliamo uno scritto del Prof. Todini riguardante proprio il Prof. Biggini e di cui consigliamo la lettura: In memoria di Carlo Alberto Biggini.

Una interessante pubblicazione del 1858 sulle gesta delle armate Piemontesi nella guerra di Crimea.
Clicca per scaricare

….Circolano incerte notizie sulla morte di Biggini. Pare che sia difficile stabilire la verità giacchè il povero Carlo Alberto, ultimo ministro dell’Educazione Nazionale della Repubblica, è stato costretto a morire in strettissimo incognito per evitare di essere sottoposto ad angherie magari durante l’agonia.
Nessuno può essere incolpato di faziosità parlandone bene, anche come uomo di carattere, dopo l’8 settembre, pur dicendosi più che mai affezionato a Mussolini, non si trattenne da esporre esplicite riserve di sapore monarchico e non le ritirò altro che dopo un lungo e per lui esauriente colloquio con il Duce. Nei momenti più torbidi permaneva in lui un idealismo così alto, raro in un uomo politico. Una volta portò al
Duce l’ultima lettera di un giovane di Torino in perfetta buona fede che era stato fucilato dai tedeschi e leggendola gli venivano le lacrime agli occhi e ripeteva “Questi sentimenti, queste cose, glieli abbiamo insegnati noi, questa gente non si deve perdere: sono come noi: Se se ne andassero tutti ci capiremmo subito”. Forse aveva ragione e forse era già troppo tardi.
Un’altra volta eravamo nello studio di Gatti allora segretario particolare del Duce, e tutti e tre parlavamo delle solite storie quando Biggini si accorse che sul muro dietro la scrivania dell’ottimo Gatti v’erano della fotografie dell’incontro di Feltre. A quell’epoca Gatti era federale di Treviso, come tale fungeva da anfitrione. In una soprattutto la furia di Hitler era chiarissima.
Biggini, che era una delle tre o quattro persone al corrente di cosa veramente sarebbe dovuto succedere a Feltre se i tedeschi non si fossero incaponiti a voler perdere la guerra a tutti i costi, senti rinfocolarsi l’antico rimpianto e stendendo il pugno contro la faccia del Fuhrer cominciò sia pur cameratescamente a gratificarlo dei peggiori insulti dicendogli fra l’altro: ” maledetto testone, se davi retta a Mussolini tutto erasistemato, non c’era né 25 luglio, né niente e non ci riducevi così” e avanti di questo passo riducendo sempre più i ragionamenti e moltiplicando gli insulti. Senza volgarità né mancanza di riguardo, ma piuttosto con lo stesso criterio con cui certi feticisti mettono in castigo i loro idoli quando non rigano diritti a far grazie. Noialtri in principio ridevamo poi ci accorgemmo che la cosa era quanto mai seria e mentre Biggini continuava le sue contumelie, il nostro silenzio divenne a poco a poco saturo di consenso. Ma anche questa volta era troppo tardi.
Una sera incontrai Biggini in un albergo di Milano. Ci univa una sincera amicizia frutto probabile di molte comuni vedute. Era tutto sollevato perché approfittando di un anticipato arrivo era stato a veder “La vedova allegra” e le antiche melodie viennesi lo avevano riportato in un mondo migliore cui ogni tanto era riposante tornare, anche se le revolverate di Sarajevo hanno per sempre interrotto lo spensierato valzer.Sembra che sia morto di cancro. Così anche lui che la violenza aveva risparmiato oggi raggiunto il suo Capo che l’aveva particolarmente caro e che si intratteneva lungamente con lui di tutto e su tutto per lunghe ore come un  preferito discepolo.
Forse il Mussolini degli ultimi tempi si fidava e confidava con lui come con nessun altro. Avranno ripreso nelle sterminate praterie la conversazione troncata…..[segue]

Articolo di Piero Capello sul quindicinale “Candido”, nel numero 1 dell’anno 1986. Lo stesso Capello scrive con lo pseudonimo di Amedeo Principi.
Scarica l’articolo

Top