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Indesit-Whirpool e Pirelli-ChemChina
Passano in Italia, come semplici correnti d’aria, gravi fatti di assoluta rilevanza senza che il Governo, le forze politiche e i mezzi di informazione e di commento ne facciano oggetto di adeguata allarmata analisi. I casi ai quali ci riferiamo ormai sono numerosissimi e si riferiscono al passaggio in mano straniera di importanti industrie italiane, eccellenti in vari settori. Fra gli ultimi vanno segnalati due casi: uno nel settore degli elettrodomestici e l’altro in quello dei pneumatici. Un’azienda di rilevanza nazionale sia per la qualità della produzione che per lo sbocco nei mercati esteri, quale è la Indesit, in questi giorni passa definitivamente nelle mani dell’americana Whirpool che, in contrasto con l’accordo preso nel 2013, ha portato fuori Italia alcune linee di produzione ed ora si appresta a dichiarare 1.350 esuberi, compresi gli 800 addetti dello stabilimento di Caserta che verrebbe chiuso.
Un altro caso, il cui nome ha fatto la storia del trasporto su strada da oltre un secolo, la Pirelli, sta per essere “occupata” dal colosso cinese ChemChina secondo una strategia del Governo di quel Paese che mira, attraverso suoi fondi statali, a occupare posizioni strategiche in vari settori dell’economia mondiale e a portare in Cina il know-how (carpendo anche segreti di produzione) per essere competitivi direttamente dal proprio territorio. Per quanto riguarda la questione Whirpool-Indesit cercheremo di approfondire quanto prima il danno che ne verrà per gli italiani. Intanto, nell’immediato, in questo numero de Il Sestante Mario Bozzi Sentieri illustra sinteticamente, ma con la giusta efficacia, il caso Pirelli, emblematico anch’esso dell’assenza di una politica industriale in Italia.
Tra non molto l’Italia si sveglierà dal suo torpore e maledirà chi dei suoi rappresentanti politici non è stato attento agli eventi incombenti né all’altezza dei suoi compiti di salvaguardia. Auspichiamo che il risveglio non avvenga troppo tardi, quando interi settori strategici dell’economia italiana saranno definitivamente in mani decisionali di altri. La disoccupazione dei fattori produttivi nazionali – il lavoro in testa, ma anche la tecnica, la capacità organizzativa e i capitali – diverrà endemica. La colpa fin da ora va ascritta in pari misura sia alla gretta miopia dei cosiddetti uomini politici impegnati nelle risse individualistiche all’interno dei partiti e nelle manovre più indecenti fra i partiti stessi, sia all’arretratezza scientifica ed etica dei cosiddetti economisti esperti che sostengono ancora le teorie della felice automaticità della concorrenza mercatistica come unico fattore di progresso civile, oltre che economico.
Da ultimo, riteniamo opportuno – nell’ambito della rubrica “Segnalazioni”- riportare eventi significativi in se stessi, ma che suonano a forte rampogna per quelle residue forze sociali e nazionali che non valorizzano i propri uomini illustri e non impostano le proprie battaglie su idee mobilitanti di alto valore civile ed economico: ci riferiamo al caso Marcello Veneziani, licenziato perché “parla chiaro” e all’introduzione di un inizio di compartecipazione dei lavoratori ai risultati economici della Fiat, ora diventata Fiat Chrysler Automobiles.(g.r.)

SOMMARIO

- Il “caso Pirelli”Assente la politica industriale: I gravi rischi per il sistema Paese. di Mario Bozzi Sentieri

- Rubriche: “Segnalazioni”: Chiude il Cucu’, lascio il giornale (3/3/2015) e Replica al “Il Giornale” (5/3/2015) di Marcello Veneziani. In FCA i lavoratori parteciperanno ai risultati aziendali: aumenti salariali fino al 14% (Il Foglio 16/4/15). “I Libri del “Sestante” Rassegna di novità librarie a cura di Mario Bozzi Sentieri.

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