Blog

casalinidi Pietro Cappellari

Il 12 Settembre 1924 veniva assassinato a revolverate, davanti agli occhi della piccola figlia, il Deputato fascista Armando Casalini. A colpire, un comunista che agì per “rappresaglia” all’omicidio di Giacomo Matteotti, avvenuto due mesi prima. Se Matteotti, sulla cui figura molto vi è da dire, è assurto a “martire” e non mancano città che – ormai con indifferenza – hanno vie e piazze dedicate in suo onore, Casalini è stato seppellito da una damnatio memoriae che non ha lasciato margini al dibattito storico per approfondire quello che realmente avvenne in quegli anni, quando prendeva forma il Regime fascista e naufragavano nel fallimento più completo le puerili azioni degli antifascisti.
La figura di Armando Casalini è centrale per comprendere il consenso che Mussolini – e con esso tutto il fascismo – macinò a partire dal 1921. Un consenso che lo portò dapprima al potere e, poi, gli permise di costruire un Regime ventennale.
Casalini fu un conterraneo del Duce. Nato nel Giugno 1883 a Forlì – il mese prima di Mussolini e a pochi chilometri da Predappio –, si distinse come attivo militante repubblicano e fu uno dei protagonisti della Settimana Rossa del Giugno 1914.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i suoi forti convincimenti patriottici lo portarono ad arruolarsi Volontario, sebbene una grave malformazione alla vista gli avrebbe garantito una facile e gratuita riforma. Nel 1916, affiliato alla massoneria, fu nominato Segretario Nazionale del Partito Repubblicano Italiano che guiderà fino all’Aprile del 1920.
Casalini rappresentò la voce dei repubblicani italiani durante la Grande Guerra, quei militanti politici che più di tutti si erano distinti per l’attivismo intransigente durante le battaglie per l’intervento nell’immane conflitto e che, chiaro esempio di indiscusse virtù patriottiche, erano accorsi sotto le bandiere del volontarismo di guerra su tutti i fronti, pagando un grande tributo di sangue per la grandezza e la gloria della Patria. Il dopoguerra, però, portò nuovi scenari e l’avanzata del socialismo bolscevizzante sembrò sommergere la Nazione italiana nel disordine, nella guerra civile scatenata dai “rossi” nell’attesa della prossima rivoluzione proletaria. Davanti a questo cupo scenario di morte e terrore, Casalini ruppe con il Partito Repubblicano che stentava a trovare una collocazione, immobilizzato dai conflitti che opponevano tra loro le fazioni interne democratiche, nazionali e socialistizzanti. Da sempre vicino ai Fasci Italiani di Combattimento, abbandonò il PRI e fondò l’Unione Mazziniana Italiana che raccolse sotto le sue bandiere i numerosi repubblicani schierati su posizioni nazionali che vedevano nel movimento di Mussolini una barriera al comunismo e il portatore di una vera rivoluzione sociale.
Nel 1924, Casalini – assunto l’incarico di Vicesegretario della Confederazione dei Sindacati fascisti – fu inserito nel Listone approntato per le elezioni politiche che vedranno trionfare – oltre i più rosei pronostici – il movimento fascista in tutta Italia. Eletto Deputato nella Circoscrizione della Lombardia, portò i suoi ideali e la sua indiscussa moralità in Parlamento.
Il 12 Settembre 1924, mentre era in tram con la piccola figlioletta, venne colpito a revolverate dal comunista Giovanni Corvi. I colpi sparati alla nuca, nella classica azione che contraddistinguerà i futuri GAP, non lasciò scampo al Deputato fascista che spirò tra le braccia della terrorizzata bambina. Ai suoi funerali partecipò il Capo del Governo Benito Mussolini che ordinò a tutti gli squadristi di non effettuare rappresaglie contro i mandanti morali del vile assassinio. La tomba – situata nel Verano di Roma – sarà profanata dai comunisti dopo la caduta del Fascismo.
In occasione del novantennale della morte di Armando Casalini, i Reparti “Pierino Maruffa” di Nettunia e “Bruno Grilli” di Perugia dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia – guidati dai Comandanti Bruno Sacchi e Claudio Pitti – hanno provveduto alla pulizia della tomba monumentale e portato un fascio di fiori tricolori alla memoria del caduto.
L’Ordine dell’Aquila Romana ha annunciato che scriverà al Presidente della Camera dei Deputati per chiedere l’intitolazione di un’aula del Parlamento alla memoria dell’Onorevole assassinato; e interpellerà il Sindaco di Forlì perché nella piazza centrale della città sia costruito un monumento a perenne ricordo dell’illustre cittadino.

Comments ( 0 )

    Top