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Attenzione alle contraddizioni
Se dopo il 1861 un candidato al Parlamento del neonato unitario Regno d’Italia avesse fatto campagna elettorale facendosi portatore della necessità di restaurare il Regno delle Due Sicilie sarebbe stato come minimo accusato di essere in contraddizione con se stesso (oltre, naturalmente, ad essere insultato dai borbonici e deriso dai … savoiardi).
Credo che lo stesso ragionamento si debba fare per quei candidati (e per i partiti che li propongono) i quali non vogliono che l’Italia faccia parte dell’UE oppure che esca dell’Eurogruppo e ripristini la lira. UE ed euro, allo stato dei fatti presenti e futuri, sono elementi inscindibili. Attenzione a non prendere cantonate!
Da il Corriere della Sera del 22.4.2014
Non uscita, ma sovranità sull’euro
Al Parlamento europeo si deve andare per rendere l’Italia coprotagonista effettiva nel governo del continente. La UE deve diventare una forte nazione confederata ed essere guida dello sviluppo nel mondo.
Bisogna realizzare una concreta partecipazione dell’Italia alla sovranità monetaria europea per potenziare le proprie grandi infrastrutture, mettere in sicurezza idrogeologica i propri territori, garantire conservazione e godibilità alle ricchezze artistiche, archeologiche ed ambientali;assicurare le grandi produzioni di base (per esempio acciaio, vedi disastri nelle privatizzazioni di Taranto e di Piombino);da qui attuare grandi lavori pubblici che producano efficienza e nuovi diffusi redditi necessari alla ripresa della domanda aggregata (consumi e investimenti direttamente produttivi). L’Italia, insomma, deve disporre di adeguate maggiori disponibilità di euro impiegati direttamente dallo Stato al di fuori dell’assurda regola della parità annuale del Bilancio. Solo in tal maniera sarà possibile uscire dalla crisi e riprendere il cammino dello sviluppo. (g.r.)

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO
– I modelli di Renzi portano al “politburo” sovietico. Antidemocratiche legge elettorale e riforma costituzionale di N. Mollicone
– Su una dichiarazione del Ministro dello Sviluppo. Non dimentichiamo la “funzione sociale” della proprietà di M. Bozzi Sentieri
– Le istituzioni pubbliche fra cambiamenti epocali e nuovi modelli di sviluppo.Utopia, populismo o realismo? di C. Vivaldi-Forti
– Cgil: scontro Camusso-Landini. L’inutile bisticcio nell’ambito del vetero sindacalismo di A. Scaramuzzino
– Rubrica “dibattito”. A proposito dell’analisi del ventennio berlusconiano (1994-2014) di V. Pacifici

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