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Contro la falsa definizione storicistica
Mentre è in corso una programmazione riguardante il 70° anniversario della fondazione del Movimento Sociale Italiano, avvenuta il 26 dicembre 1946, sono fortunosamente venuti alla luce gli appunti originali tenuti da un protagonista del periodo che va dagli ultimi due anni del Secondo conflitto mondiale fino ai sanguinosi mesi successivi al termine di esso. Si tratta del “Quaderno 1945-1946” di Vanni Teodorani, che esprime, insieme con la descrizione dei fatti vissuti drammaticamente, anche i sentimenti legati alla chiusura di un periodo storico e all’inizio di una nuova e diversa fase politica, sociale ed economica dell’Italia. L’autore è un ottimo scrittore e un delicato poeta. Tuttavia in questa sede di bollettino del CESI, riteniamo di sottolineare quell’’interesse per questo documento che viene in particolare da due elementi: un primo riguardante il fatto che Vanni Teodorani era il marito di Rosina Mussolini, figlia di Arnaldo, fratello di Benito Mussolini e quindi che ha vissuto all’interno e al vertice la vicenda bellica della RSI. Un secondo elemento, oggi particolarmente significativo, viene dal fatto che egli, considerata conclusa drammaticamente e definitivamente quell’esperienza, ha partecipato con la piena consapevolezza di un profondo rinnovamento politico-culturale, alla fondazione del Msi, facendone poi parte della dirigenza e operando anche come Consigliere Comunale di Roma dal 1956 fino al 1964 anno della sua scomparsa.
Oggi è quello che può essere definito un momento topico nel quale è necessario, per la verità storica, respingere la definizione che l’antifascismo militante, oltre la logica del tempo e degli avvenimenti, continua ad indicare come “neofascismo” sia il Msi delle origini che le sue successive incarnazioni. La parola è usata e continua ad esserlo in senso strumentalmente dispregiativo con l’intento di escludere tale forza politica dalla vita democratica e da un suo possibile sviluppo futuro alternativo al sistema.
L’antiscientificità di tale strumentalizzazione purtroppo ha contagiato alcuni validi storici, i quali non hanno tenuto conto degli inoppugnabili documenti riguardanti tale nuova identità che il Msi ha costruito fin dalla sua nascita. Pubblichiamo a questo proposito la relazione del prof. Rasi, tenuta presso il Sindacato Libero Scrittori Italiani, nonché un articolo del prof. Marraffa riguardante l’esatta terminologia, per i contenuti e le realizzazioni, da usarsi nei confronti del fascismo storico e il necessario rifiuto della parola “neofascismo” per quanto riguarda il progetto politico alternativo all’attuale sistema nell’azione e nelle prospettive del Msi e delle successive sue incarnazioni.

INDICE

- Presentazione del volume Vanni Teodorani, Quaderno 1945-1946, Stilgraf, Cesena 2014 È ora che gli storici non si facciano strumentalizzare da false terminologie spregiative di Gaetano Rasi

- Indispensabile far chiarezza ai fini di un futuro cambiamento di sistema politico. L’equivoco tra fascismo storico e neofascismo strumentale di Roberto Marraffa

- Segnalazione Eventi: Lucca 7.5.2016 – Conferenza-Dibattito: “No” al Referendum sul Senato. Relatore il Consigliere CESI prof. Carlo Vivaldi Forti; Roma 25.5.2016 – Convegno: Italia in Libia: dalla distruzione alla costruzione. Prospettive d’intervento consapevole. Parteciperà come relatore anche il consigliere CESI, Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata.

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