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Riforma del Senato, investimenti infrastrutturali, efficienza degli enti locali
È altamente improbabile che, nella congenita inerzia dell’attuale sistema politico italiano, si giunga ad una qualche riforma costituzionale nell’ambito della legislatura in corso e nemmeno in quella che potrebbe derivare dalla impudente struttura della legge elettorale “concordata”.
Quindi a maggior ragione la forza politica che rivendica continuità e coerenza con un passato politico fondato sull’alternativa al sistema deve sentirsi impegnata a presentare una riforma costituzionale, in particolare del Parlamento, che la caratterizzi per originalità, funzionalità ed adeguatezza alle esigenze della moderna società. L’articolo del prof. Vincenzo Pacifici affronta il problema nelle sue dimensioni storiche, di continuità col pensiero costituzionale italiano e prospetta concrete soluzioni.
Un altro aspetto che dovrebbe costituire uno dei pilastri del dibattito da proporre alla pubblica opinione, anche al fine di una caratterizzazione elettorale, è quello del ritardo infrastrutturale che si è andato accumulando negli ultimi decenni in Italia per cui si impone la necessità di applicare alla politica economica nazionale il moderno concetto per cui gli investimenti di interesse pubblico debbono essere commisurati appunto alle necessità dei cittadini e non imprigionati nella miope contabilità di un pareggio di bilancio. Senza investimenti pubblici di forte consistenza, quest’ultima politica è fatalmente destinata a diventare illusoria: se mancano infrastrutture efficienti, da cui derivare distribuzione di redditi in periodo di disoccupazione e di recessione, non aumentano la produzione e le retribuzioni che costituiscono la base per cui aumentano pure le entrate dello Stato.
In questo numero viene poi sottolineata nell’articolo di Mario Bozzi Sentieri la grottesca contraddizione nel proporre il “Senato delle autonomie” quando gli enti locali pagano un generale discredito istituzionale, frutto della scarsa credibilità delle classi dirigenti e della debolezza dei sistemi rappresentativi, che insieme con le inefficienze, favoriscono alti costi e corruzioni.
Con questo numero, inoltre, inizia la rubrica “dibattito”in quanto sempre più ampio è l’interesse suscitato dalle analisi e dalle tesi del CESI che vengono esposte in questo bollettino (g.r.).

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

 – Riflessioni e proposte per un nuovo sviluppo dell’Italia.
Il Senato ieri, oggi e … domani di Vincenzo Pacifici

- L’Italia competitiva non esiste.
Mancano gli investimenti infrastrutturali di Gaetano Rasi

- Crisi “di sistema”: dal governo centrale alla periferia del Paese.
Al tramonto la stagione dei sindaci e dei “governatori” di Mario Bozzi Sentieri

- Rubrica “dibattito”: A proposito di federalismo

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