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Tratto da intravino.com

Ricorre oggi – giovedì 8 settembre – l’86esimo compleanno di Beppe Colla. A stare bassi un patriarca, un’autentica pietra miliare dei vini di Langa. Per motivi di lavoro ieri sono stato da Poderi Colla a San Rocco Seno d’Elvio e arrivo subito al dunque: incontrare Beppe Colla, suo fratello Tino, la figlia Federica e il nipote Pietro – che adesso fa il vino – è stata senza ombra di dubbio l’esperienza più onnicomprensiva di questi miei cinque anni in Langa. Mentre lo penso sorrido e mi incazzo un po’ per esserci arrivato solo ora, dopo aver letto centinaia di simpatici e adoranti articoli su personaggi importanti della zona che, nessuno me ne voglia, a Beppe Colla non arrivano nemmeno a legare le scarpe.

Alessandro Masnaghetti di lui ha scritto, in calce al video che trovate alla fine del post (un documento irripetibile perché gli anni passano per tutti): “Beppe Colla è uno degli ultimi veri testimoni della storia enoica di Langa; diplomato nel 1949 (anno di nascita del fratello Tino, ndr) alla Scuola Enologica di Alba, è stato l’anima e artefice dei vini Prunotto dal 1956 al 1990. Precursore della vinificazione dei vini di Langa per singolo vigneto con il suo Barolo Bussia 1961, ha fondato nel 1967 insieme a Luciano De Giacomi e Renato Ratti l’Ordine dei Cavalieri del tartufo e dei vini di Langa di cui è stato anche Gran Maestro. Agli inizi degli anni ’60 ha contribuito alla stesura dei disciplinari di produzione delle denominazioni albesi”.

Dopo un giro tra le vigne a qualche fetta di formaggio, quando verso le sette di sera Federica ha accompagnato il papà a casa, Tino è andato a ripescare da qualche parte una valigetta con dentro documenti da pelle d’oca. Perché in Langa funziona così, sono diesel: partono piano – per quanto Tino sia un bel chiacchierone – ma quando attaccano non si fermano più. Siamo partiti dalla storia recente sfogliando il volume Barbaresco MGA di Alessandro Masnaghetti (che queste zone qui le conosce meglio di chi ci vive da una vita, col metodo dell’ingegnere applicato al serial killer di vigna) e siamo arrivati ovunque. Tipo a come venne prodotto l’alcol che sarebbe finito nei primi Ferrero Rocher sperimentati da Michele Ferrero nel 1956. Vieni qui a parlare di vino e in un attimo ascolti di Beppe e Michele che partivano per Milano dove avrebbero comprato alcol e zucchero al mercato.

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