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DI  COSA  AVETE  PAURA?

“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre”(Isaia)

   Ma la Costituzione della Repubblica italiana, non sancisce libertà di espressione per tutti? E “Noi” non facciamo parte dei “tutti”? La Corte Europea dei Diritti Umani, con sentenza N° 1543/6 del 3/5/2007 non sancisce per tutti i cittadini gli stessi diritti? E “Noi” non facciamo parte dei “tutti”? Se così fosse ditecelo: inizieremo non pagando più le tasse!

 

Vivo a Cerveteri, sarebbe una gran bella cittadina se fosse curata, almeno un minimo. Le strade sono piene di buche e profonde (circa cento per metro quadrato) e la pulizia ambientale lascia molto a desiderare.

Pochi giorni fa, in occasione dell’anniversario della morte del Duce apparvero su alcuni muri di Cerveteri una dozzina di manifesti raffiguranti Benito Mussolini nell’atto di alzare la mano nel saluto un tempo in voga. I manifesti hanno avuto vita molto breve: in pochi minuti il solerte Sindaco di Cerveteri (o chi per lui) ha sguinzagliato i suoi attacchini e fatto coprire quell’indecenza. Allora ho pensato: se il Sindaco è stato tanto attivo per questa operazione, perché non lo è, e non pretendo la stessa solerzia, per rimettere in sesto il manto stradale, al momento molto pericoloso per pedoni, motorini e auto? Capisco che fra i due argomenti c’è di mezzo il comune senso del pudore, infatti da una parte c’è l’immagine del male assoluto e dall’altro delle innocenti buche.

Anche se intuisco i motivi, una domanda è d’obbligo: perché un confronto vi intimorisce? Perché vi subentra il panico alla vista di un uomo assassinato sessantacinque anni fa?

E veniamo al fatto. E mi rivolgo al Sindaco e al vice-Sindaco di Locorotondo, in provincia di Bari, dove per il 1° maggio era previsto un incontro a carattere prettamente storico. Egregi signori, Sindaco e vice-Sindaco, pochi giorni fa ricevetti un invito per partecipare, nella Vostra cittadina, ad un convegno-dibattito pubblico che aveva per tema: “Socializzazione delle aziende; Signoraggio bancario; Stato corporativo”. Questo incontro era organizzato dal Circolo Politico-Culturale “Benito Mussolini”; e in questo mondo di corrotti, mafiosi, ladri ecc. ecc. quel nome mette paura.Ma di cosa avete paura? Per capire, rinnovo quanto da anni vado proponendo: un processo a Benito Mussolini, un processo che mai c’è stato e che potrebbe richiamare l’interesse, non solo italiano, sul vostro Comune.

Per spiegarmi meglio riporto quanto scrissi al Sindaco di Predappio, signor Giorgio Frassinetti:  Signor Sindaco, il lettore più attento e paziente comprenderà il motivo di questa mia nuova iniziativa, per gli altri riassumerò i motivi. Alcune settimane fa inviai al periodico “Il Popolo d’Italia” un articolo dal titolo “Il nostro Cinquecento Diece e Cinque”, con il quale chiedevo al Signor Frassineti, che si era lamentato per alcune manifestazioni un po’ troppo folcroristiche dei nostalgici del Duce, di promuovere un processo a Benito Mussolini. Dato che nell’articolo avevo riportato le testimonianze e i giudizi, su quell’uomo, di Silvio Bertoldi e di Francesco Malgari, giudizi decisamente negativi e, dall’altra parte i pareri della Signora Maria Vezzi, di Pio XII e di Paul Gentizon (il più noto giornalista e storico svizzero), tutti giudizi più che positivi, di conseguenza avevo scritto: <Allora, chi era Mussolini?Quello che lascia intravedere il Sindaco di Predappio, oppure quello invocato dalla Signora Maria Vezzi? Quello dipinto da Guido Gerosa e da Francesco Malgari, o quello commemorato da Paul Gentizon e da Pio XII, o da mille e mille altri intellettuali, politici del tempo? C’è un solo modo per stabilirlo (e mi rivolgo, ora, ai Sindaci di Locorotondo): un processo! Sì, un processo; si faccia ora quel processo che non è stato mai fatto. Basta con le chiacchiere, basta con le ridicole “sentenze senza appello”>. E continuavo e consigliavo: <Sia il Sindaco di Predappio, il Signor Giorgio Frassineti (ora lo stesso invito vale per i Sindaci di Locorotondo) ad organizzare il processo nella piazza principale del paese dove nacque Benito Mussolini. Si appresti un Collegio d’accusa e un Collegio di difesa e si nomini un giudice. I due Collegi dovranno disporre di tecnici (storici) che illustrino i cinquant’anni di storia italiana. Gli italiani – e non solo gli italiani, come abbiamo potuto constatare nei nostri contatti – saranno gli spettatori>. “E allora?” qualche lettore mi potrebbe chiedere: “C’è stata una qualsiasi risposta?”. No! Nulla di nulla. Ma la cosa non mi meraviglia più di tanto, perché questa iniziativa fu dal sottoscritto già proposta anni fa. Nel 2005 feci pubblicare un articolo, dal titolo “Una Sfida”, nel quale iniziavo con queste parole: <Leggo nel libro di Bruno Vespa “Vincitori e Vinti” (e prego l’Autore di indicare chi sarebbero i Vincitori e chi i Vinti), che Massimo D’Alema  avrebbe detto  che sarebbe stato più giusto processare Benito Mussolini, anche perché il processo “avrebbe consentito di ricostruire un pezzo della storia d’Italia”. Ovviamente i nipotini di Stalin sono insorti, in testa a tutti Fassino, ma, più di lui Cossutta il quale, epigone della genia bolscevica, a certi atti di civiltà è ben avvezzo, avrebbe accompagnato il suo pensiero con la solita stantia , stereotipa sentenza: “Mussolini è stato processato (come, dove e quando? Nda) dalla storia>.  E ancora una volta osservavo a simile idiozia: <Dato che la storia non processa  nessuno e che tanto meno può emettere sentenze, condanne, e dato che alcuni milioni di italiani ancora oggi (è un vero miracolo) non condividono l’asserto di Cossutta e compagni, allora, a nome di quanti vogliono sapere se Mussolini era un bieco tiranno o un uomo giusto, lancio la Sfida: “Anche se a distanza di sessant’anni dall’”epopea di Piazzale Loreto”, si faccia questo processo: così, una volta per tutte, si potrà stabilire “Chi era Mussolini” e quali e quanti “danni” furono procurati dal fascismo”>. scrivevo fra l’altro: <Il titolo di questo pezzo: “Imputato Mussolini Benito, si alzi”, vuole lanciare un messaggio: “NOI siamo pronti a rivedere ogni opinione. Volutamente usiamo questo sostantivo anziché “convincimento”, perché quest’ultimo termine si avvicina troppo a “dogma”, vocabolo che respingiamo perché male si adatta a quanti amano la VERITA’. Siamo pronti ad accettare ogni Verità che modifichi quella che sino ad oggi abbiamo considerato come nostro valore. Ma tutto deve essere fatto secondo una versione  strettamente scientifica della Storia, così da qualificare, finalmente, i “danni” prodotti dal fascismo (…)>. In merito a quest’ultima proposta un lettore de Il Popolo d’Italia, ex magistrato fra l’altro ha scritto: <A parte alcuni problemi che, a ben vedere, potrebbero essere superati, io ne pongo uno di natura soprattutto morale e personale. Mi rifiuto, cioè, di collocare Benito Mussolini sul banco degli imputati, sia pure in modo irreale e per finzione scenica, essendo egli stato, nella tragedia epocale che travolse il mondo e anche lui, un personaggio che si può senz’altro definire martire dell’ingiustizia e della perfidia umana>. Risposi al lettore che <porre Mussolini sul banco degli imputati non significa considerarlo colpevole di alcunché. Può invece servire per dimostrare che corrisponde a verità quanto hanno sostenuto alcuni eminenti studiosi, e cioè che Mussolini lo si voleva morto. Perché, se portato sul banco degli imputati, da accusato poteva diventare accusatore>.

E allora, Signor Sindaco di Predappio e Signori Sindaci di Locorotondo e accusatori, chiedo un atto di onestà. Qualora fosse necessario, siamo “Noi” a suggerire gli atti d’accusa: 1) le violenze perpetrate dagli squadristi nell’immediato primo dopoguerra; 2) delitti commessi a danno di antifascisti, su mandato di Mussolini; 3) instaurazione della dittatura; 4) guerra di aggressione all’Etiopia; 5) interferenza militare nella guerra civile spagnola; 6) leggi razziali; 7) alleanza con il nazionalsocialismo; 8) dichiarazione di guerra alle democrazie; 9) costituzione della Repubblica di Salò (così la chiamate, sbagliando, vero?); 10) causa, conseguenze e drammi della guerra civile.

Come vedete, Signori Sindaci, ce n’è a volontà per condannare, in partenza, l’imputato. Inoltre l’accusa può avere l’assistenza, non davvero da scartare, dei vari Augias con la sua trasmissione Enigma e La storia siamo noi (trasmissione veramente comica se non riguardasse avvenimenti di alta drammaticità), e tutta  Rai/3. E concludo, in merito a quest’ultimo richiamo, che i vari Augias e storici che si cimentano sul piccolo schermo a raccontare favole, che di storico hanno meno di nulla, ebbene, questi personaggi sono lautamente pagati anche con il contributo del sottoscritto. Ed è, quindi, il sottoscritto che chiede giustizia anche per se stesso.

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