Blog

Martina Mussolini, V Capo dell’Ordine dell’Aquila Romana, ha riconosciuto a Leone Mazzeo il privilegio araldico del Capo del Littorio. Primo nell’ordine di concessione.

Il Capo del Littorio è un privilegio araldico istituito con Regio Decreto Legge n. 1440 il 12 Ottobre 1933. Prevede che lo stemma araldico di riferimento sia modificato con l’aggiunta di un “capo” raffigurante un fascio littorio d’oro circondato da due rami di quercia e d’alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali, il tutto su sfondo rosso (porpora).

Di norma concesso alle Province, ai Comuni, alle Congregazioni di carità e agli Enti parastatali del Regno d’Italia, venne concesso anche ad altri enti riconosciuti e a privati che, per servizi eminenti resi alla Patria ed al Re, ne fossero stati giudicati meritevoli. La concessione era disposta con Decreto Reale, su proposta di S.E. Benito Mussolini nella sua qualità di Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, udito il Commissario del Re presso la Consulta araldica.

Il Capo del Littorio – dal simbolo araldico degli enti statali e parastatali – venne, poi, abrogato nel Regno d’Italia dal Luogotenente Umberto di Savoia, col Decreto Luogotenenziale n. 394 del 10 Dicembre 1944, rimanendo in vigore nel solo territorio della Repubblica Sociale Italiana.

L’Ordine dell’Aquila Romana, soggetto di diritto internazionale, nel 70° anniversario della sua fondazione (2 Marzo 1944-XXII), confermando gli ideali repubblicani d’ispirazione, ha rinnovato l’uso del Capo del Littorio disciplinandone l’uso e riconoscendone l’attribuzione a coloro che, membri dell’Ordine, si siano particolarmente distinti nell’opere e nei servizi resi alla Patria durante la loro vita.

Il primo decreto di concessione è stato riservato a uno dei più alti dignitari dell’Ordine dell’Aquila Romana: Leone Mazzeo-Gambarelli e ai suoi legittimi eredi. La famiglia Mazzeo, infatti, ha servito la Patria da generazioni, distinguendosi nel sacrificio silenzioso in nome di alti ideali nazionali.

Il nonno fu combattente in Libia (1911-1912), partecipò alla Grande guerra (1915-1918), alla
Marcia su Roma con le unità di Cavalleria di Giuseppe Caradonna e, nel Ventennio, fu Podestà. Durante l’occupazione angloamericana della nostra Nazione fu imprigionato nel Campo di concentramento “371 P.W. Camp” di Padula.

Il padre fu tre volte Volontario di Guerra: in Africa Orientale (1935-36), in
Africa settentrionale (1940-42) e nella R.S.I. (1943-45). Per la sua qualifica di combattente volontario credente nei destini della Patria fu anche condannato a morte da un improvvisato Comitato di Liberazione Nazionale. Nel dopoguerra, rivestì la carica di Segretario Provinciale dell’Unione Nazionale Combattenti della RSI.

La madre, invece, fu Ausiliaria della Brigata Nera “Cortesi” di Bergamo e, nel dopoguerra, fu
tenuta prigioniera nel Carcere di S. Agata di Bergamo, fino a Marzo del 1947, con l’accusa di aver “troppo amato” la Patria.

Leone Mazzeo-Gambarelli non è stato di certo meno valoroso dei sui ascendenti, tanto che il suo impegno pubblico, in Italia come all’estero, in difesa dei valori della Tradizione e della Patria non si può certamente riassumere in poche righe. Così come numerosi sono stati i riconoscimenti nazionali ed internazionali “conquistati sul campo”.

Sebbene la “dittatura anagrafica” gli ha imposto solo il privilegio di vestire i panni di Figlio della Lupa, già nel 1956 Leone Mazzeo era Segretario provinciale giovanile del Movimento Sociale Italiano e, successivamente, Presidente provinciale della Giovane Italia. Nel 1958 la sua adesione al Centro Studi “Ordine Nuovo” come attivo militante, tanto da essere investito, già nel 1960, della Presidenza provinciale.

La militanza con Ordine Nuovo si interruppe tra il 1964 e il 1966 quando fu Volontario e combattente anti-comunista in Africa equatoriale (Congo belga), con la
Brigata “Vanderwalle”, dapprima con il grado di Luitenant (Tenente) ed in seguito, per atti di valore sul campo, Kapitein (Capitano).

Tornato in Italia, nel 1969 sarà con Lello Graziani, Roberto Besutti ed Elio Massagrande tra i fondatori del Movimento Politico “Ordine Nuovo”. La sua militanza in questo movimento sarà il motivo scatenante del ciclone giudiziario che, fin dal 1973 lo vedrà coinvolto per lunghi anni, fino alla sua completa riabilitazione morale.

Più recentemente, Leone Mazzeo si è distinto per l’opera profusa nell’Ordine dell’Aquila Romana di cui è uno dei più importanti esponenti, conosciuto e stimato anche all’estero.

Comments ( 0 )

    Top