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Iniziative politiche senza un progetto ?
In questo numero riteniamo opportuno trattare alcuni argomenti che apparentemente sono il frutto di emergenze transeunti ma che invece sono l’indice che la crisi politica ed economica è giunta al punto da richiedere radicali revisioni del sistema italiano. In Italia siamo infatti da qualche anno in questa fase di passaggio storico che ormai obbliga a prendere decisioni strutturali e sistematiche sulla base di un nuovo progetto, il quale condanni ed elimini gli errori precedenti, tenga presente i principi e le esperienze positive del passato e proietti nel futuro una operatività che abbia obiettivi di breve, medio e lungo periodo.
Non va dimenticato, infatti, il significato più intimo della parola “crisi”, la quale deriva dal greco krino, ossia “rottura e separazione” e quindi oggi qualifica una condizione storica che richiede un sostanziale cambiamento. È necessario l’abbandono dell’attuale sistema politico, sociale ed economico per realizzarne uno di nuovo che investa le istituzioni, le organizzazioni politiche e professionali, nonché i comportamenti dei cittadini.
Come è noto, sono in corso in queste settimane varie iniziative per l’unificazione dei gruppi che sono derivati, prima dai dissensi circa la confluenza (annientamento) di AN nel PdL e poi dalla crisi di quest’ultimo e quindi dalla ulteriore formazione di gruppi separati, spesso incomunicabili, ed anche in forte contrapposizione fra di loro. Questi tentativi di unificazione sono interessanti e vanno seguiti con positiva attenzione anche perché la cartina di tornasole circa la possibilità di riuscita unitaria e la capacità di ottenere veri e costanti consensi è legata ad una verifica essenziale: quella di avere un autentico progetto politico sociale ed economico mirante a realizzare il necessario cambiamento e quindi l’uscita dalla crisi per portare il sistema italiano ad un livello superiore al precedente.
Se i vari gruppi tendessero a collegarsi fra loro esclusivamente ai fini di un momentaneo e precario successo elettorale per alcuni loro esponenti, apparirebbe chiaro che essi non sono portatori di una soluzione in risposta all’esigenza di autentico cambiamento, ma sarebbero soltanto – essi stessi – ancora inseriti nell’attuale fase di crisi sistemica e quindi affetti della medesima malattia che lo sta portando a dissoluzione. (G.R.)

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

Un progetto costituente come obiettivo mobilitante. Bisogna perseguire l’unità assumendo una precisa identità.

Orientamenti per la revisione nell’uso dei termini politici. “Ma che vuol dire moderati?”.

Una analisi del politologo Piero Ignazi. È l’ora di una nuova cultura politica e strategica.

Verso un progetto identitario? Istituito in Liguria un Tavolo Tricolore per l’unità.

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